Willhelm Berger
Rettore dell’Università di Klagenfurt
Docente di Filosofia
Ich liebe die freundschaftlichen Gespräche mit Alessandro Anniballi, weil er (wie soll man das ausdrücken?) immer mit dem Herzen spricht. So war ich gespannt und neugierig, als ich das erste Mal zu einem Konzert des Coro Orazio Vecchi gegangen bin. In Österreich ist man es gewohnt, sich still in den Konzertsaal zu setzen, die Augen zu schließen und zu hören, indem man die Musik gleichsam in sich einschließt. Wie anders beim Konzert des Coro Orazio Vecchi! Seine ungeheure Intensität öffnet die Zuhörenden, und natürlich öffne ich wieder meine Augen und sehe, sehe die emotionale Harmonie zwischen Chor und Dirigenten, sehe, wie die Emotion das Publikum ergreift und finde mich wieder mitten in einem Ereignis der der musikalischen Kommunikation, man könnte auch sagen: mitten in einem Fest. Aber es ist kein Fest, bei dem der Rausch die Sinne betäubt, ganz im Gegenteil: es ist ein Fest der Genauigkeit und Klarheit, bei dem sich Humanität und Gefühl verbinden.
Amo le conversazioni amichevoli con Alessandro Anniballi, perchè lui (come si può dire?) si esprime sempre con e attraverso il cuore. Così, eccitato e curioso, sono andato per la prima volta ad un concerto del coro Orazio Vecchi. In Austria si è abituati a sedersi silenziosamente in una sala da concerto, chiudere gli occhi e ascoltare, appropriandosi della musica.
Come era diverso il concerto del coro Orazi Vecchi! La sua incredibile intensità apre l’uditorio (il pubblico), e io ovviamente riapro gli occhi e vedo, vedo l’armonia tra coro e direttore, vedo il pubblico che viene preso dall’emozione e mi ritrovo in un avvenimento di comunicazione musicale, si può dire nel bel mezzo di una festa. Ma non è una festa dove l’ebrezza addormenta i sensi, anzi al contrario, è una festa della precisione e della chiarezza, dove umanità e sentimento diventano tutt’uno.